venerdì 30 maggio 2008

Giornate Non Standard 2008

Si è appena conclusa l'edizione 2008 delle Giornate Non Standard, scuola di alta formazione in metodologia della ricerca sociale.
E' stata un'edizione speciale, vera ricerca "in the field", pantaloni sporchi di polvere, creatività al potere, scambio, confronto, anche scontro.
Insomma un momento di formazione vera. Quest'anno merita qualche riflessione in più, che ci sarà, ma più avanti.
Intanto una prima riflessione: si è parlato di osservazione, osservazione partecipante ed etnografia. Al di là delle etichette, dopo aver sentito maestri (Antonio De Lillo, Ugo Fabietti, Guido Giarelli) ed esperti (Asher Colombo, Charlie Barnao, Erika Cellini) che hanno presentato le proprie ricerche (in genere in situazioni nascoste, ambigue, pericolose), gli allievi sono stati buttati in acqua. O si nuota o si affoga: "l'etnografia non è per tutti", lo diceva anche Fabietti e "non è adatta a tutte le età", chiosava Daniele Nigris. "Non è un pranzo di gala", aggiungo io, con un vezzo: non ci si può andare con i mocassini (come il sottoscritto).
Eppure non siamo affogati, abbiamo visto e poi guardato ancora meglio, abbiamo discusso e cercato di capire che cosa avevamo visto. E alla fine il quadro era più ampio (allargamento degli orizzonti cognitivi), più complesso (differenziazione), meno semplicistico (il dentro determina e riorienta il fuori e viceversa).

Quando mi è capitato di portare questionari (lo strumento standard per eccellenza) nelle scuole, mi sono guardato intorno e forse ho capito molte cose che non potevano essere raccolte nel questionario (anche se il questionario chiedeva di annotarle).
Le note di campo dell'antropologo o dell'etnografo, invece, sono parte essenziale del processo di analisi.
Le note per ora le porto ancora confusamente con me. Ma presto cercherò di condividerle.

PS: un grazie speciale ai nuovi eroi metropolitani, agli impavidi della stazione.

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