mercoledì 16 aprile 2008

Sbronza post-elettorale

Nel mare di considerazioni che seguono il voto, nel brio dei popolani libertari, nello smarrimento dei veltronisti e nell'indifferenza dei tronisti, un vago senso di quiete sembra mettere d'accordo molti, anche se non tutti. Ici o non ici, pontesullostretto o meno, pare evidente che i telegiornali della sera dimenticheranno il carosello di dichiarazioni in 5 secondi dei leader di formazioni che rappresentavano poco più di se stesse.

Che l'esito del voto non sia così inatteso, lo spiega bene Ilvo Diamanti su Repubblica di oggi.
Che la strategia leghista del 'padroni a casa nostra' dia evidenti risultati, è noto agli studiosi di moschee, ed io e Michele lo abbiamo visto chiaramente nell'analisi della vicenda del centro culturale islamico di Magenta.
Che la sinistra radicale sia stata ritenuta dagli elettori la causa delle turbolenze del governo Prodi, lo possiamo dire con una vignetta di ElleKappa: 'Dispiace che la Sinistra Arcobaleno sia scomparsa'. 'E non sia qui a godersi il frutto del suo lavoro'.

Un parlamento senza De Mita e Mastella è il segnale di una svolta attesa. Le cronache politiche di queste ore ci parlano di un PD con una sua identità precisa che ha fatto piazza pulita della confusione a sinistra, e di un Berlusconi finalmente moderato nei toni. Come sempre, occorre un po' di cautela per cantar vittoria: facciamoci almeno passare la sbronza post-elettorale, per vedere se ci sveglieremo con Mara Carfagna ministro e i 'trombati' eccellenti reinseriti con maquillage in qualche forza politica.

lunedì 14 aprile 2008

Fiduciosa

Pippa Bacca, in veste di sposa, è stata tradita da un destino senza pietà. Nelle ore delle elezioni, con un paese preso dalla politica e dall'antipolitica, arriva una notizia terribile. La "stravagante" artista milanese, come la definiscono i giornali, era partita per un viaggio con i colori e i temi della fiducia e dell'apertura agli altri. E gli altri, l'altro, il prossimo, l'hanno tradita.

Alcune considerazioni

Conoscevo Pippa di vista: stessa scuola, stesso quartiere, stesso ambiente, la pittura milanese e le sue radici negli anni Sessanta. Ma questo l'ho scoperto solo di recente.
In effetti i giornali in questo hanno ragione, era un po' stravagante. Nella città della moda e del "nero Armani", andava in giro vestita di verde. Credeva nell'arte e viveva in mezzo ad essa. Viveva in un mondo il cui tratto essenziale è la paura e faceva un viaggio candidamente in bianco, proclamando fiducia nel prossimo. Anzi, "per dimostrare che dando fiducia" si può ricevere aiuto.
E da Milano è arrivata fino a Instambul, non oltre.

I giornalisti in questi giorni, in genere, hanno avuto il tono della vecchia zia che dice: "Io l'avevo detto". "Pensate, cari spettatori, andava in giro proclamando la fiducia nel prossimo": il tono canzonatorio era evidente. Se un turco balordo è segno di un destino spietato, l'aria di moralismo dei mass media non ha nulla di inevitabile.

Nella teoria del capitale sociale che tanto valore ha nelle scienze sociali, la fiducia è un carattere essenziale. Fiducia è il nome del vincolo che tiene insieme la società nelle sue articolazioni.
Pippa Bacca non lo sapeva ma stava cercando di dimostrare un teorema sociale.
Non credo sia necessario provare le teorie sul proprio corpo. E credo che questa vicenda terribile non dimostri nulla: quella di Pippa continua ad essere l'unica prospettiva possibile, se si spera non in "un futuro migliore", ma in un futuro tout court.

lunedì 7 aprile 2008

Cronaca nera, immigrazione, specialità italiane

Qual è il modello di integrazione dei cittadini di origine straniera del nostro paese? La cronaca nera forse fornisce risposte, amare


Ogni paese europeo ha proprie modalità di integrazione: i modelli più studiati sono quello differenzialista inglese e universalista francese. Ispirati a idee diverse di società, con storie molti diverse, i due modelli hanno storicamente mostrato i loro limiti: dagli attentati della metropolitana di Londra all'esplosione periodica delle Banlieues.
Il modello italiano presenta caratteri diversi: non siamo un paese ex-colonialista, non riceviamo una migrazione monoetnica. Al contrario, gli attuali flussi migratori ricordano di più l'epopea americana che non l'esodo degli algerini in Francia o dei pakistani e indiani in Inghilterra.
La reazione dell'opinione pubblica oscilla ormai patologicamente da anni tra accoglienza e rifiuto. Ancora oggi, in una compagna elettorale con toni insolitamente tranquilli, almeno quattro partiti politici promettono quello che non possono mantenere: la cacciata degli stranieri o lo stop all'immigrazione.

Eppure qualcosa nel frattempo si muove: il modello italiano avanza, bene o male.

Nel paese con i tassi di fertilità più basso d'Europa, anche gli immigrati si stanno adeguando: in sostanza, fanno meno figli rispetto alle medie dei loro connazionali nei paesi d'origine.

Ma ci sono altri fatti, diciamo di cronaca nera, che raccontano della presenza degli stranieri nella nostra società. Mal comune e mezzo gaudio, verrebbe da dire.

Sono almeno due le "specialità italiane" in cui sono coinvolti stranieri nelle cronache recenti: in primo luogo i morti sul lavoro, nei cantieri edili soprattutto, hanno sempre più spesso nomi stranieri (gli odiati rumeni, soprattutto).
Ma è una seconda caratteristica italiana che ancora oggi ci racconta la comunanza di destino tra italiani autoctoni e nuovi cittadini italiani: un mese fa vicino a Roma una giovane adolescente di origine tunisina, andando a buttare la spazzatura sotto casa, veniva investita e uccisa da una giovane donna italiana (che non si fermava a prestarle aiuto).
Poco dopo, sempre vicino alla capitale, ubriachi al volante causavano una carambola di auto che investiva madri e figli in attesa alla fermata dello scuolabus: tragedia nella tragedia, quella dell'uomo rumeno che perde moglie e figlia.
Ieri nel centro di Torino, un giovane salvadoregno viene investito da un altro pirata (o una pirata): muore, l'investitore fugge.

Il comune destino, non sarà la comunità di sangue, cui si appellano i neo-nazionalismi, ma ci lega, indissolubilmente.