martedì 29 gennaio 2008

Il mastellismo come volontà e rappresentazione


Volontà di essere costantemente l'ago della bilancia, rappresentazione dell'italica abitudine ad erigere barricate facendo pesare il proprio distinguo minoritario contro l'interesse pubblico. Incarnazione autoproclamatasi di un bene pubblico invocato come veste per il proprio smisurato ego o interessi campanilistici nemmeno troppo celati, quelli che oggi si chiamano diniani e mastelliani, ma che ieri hanno avuto e domani avranno altri nomi, si concedono il lusso di far cadere un governo non su temi nobili dell'agenda politica, ma sfruttando una situazione di empasse politico-giudiziaria cui il paese, tutto sommato, guarda con noia e disinteresse.
Così i nostrani mastellismi si prendono la responsabilità di perpetuare instabilità, con tutti gli effetti che ciò può avere sui micromondi vitali dell'economia, della cultura, della società. Ognuno guarda al suo orticello, e se noi dovessimo guardare al nostro - il panorama della ricerca universitaria e dei dottorandi - dovremmo lamentarci per quell'aumento delle borse di studio previsto in finanziaria e in attesa di un decreto attuativo - che, in assenza di un esecutivo, non verrà, o verrà più tardi. I dottorandi borsisti attendevano che l'assegno passasse dagli attuali 820 euro mensili a circa 1.000. Un aumento intorno ai 2.000 euro annuali che, pur mantenendo l'Italia dietro agli altri paesi europei, avrebbe segnato un passo importante nella ridefinizione di ruolo dei giovani ricercatori. Perché la ricerca universitaria si apra a coloro che sono capaci, e non ponga barriere all'ingresso per chi non si può permettere il lusso di campare con assegni da fame, andando ad ingrossare le fila dei "bamboccioni" di Padoa-Schioppa inchiodati nella casa paterna. Oppure, come più spesso avviene, costringendo i dottorandi ad una quantità di altre occupazioni parallele per "arrotondare".
Ma usciamo dal nostro orticello. Il micromondo universitario è solo una delle tante spie di quel che sta dietro l'instabilità di governo: qualcuno va, qualcun altro arriva, i processi si interrompono a metà, subiscono rallentamenti, nel peggiore dei casi stop definitivi. Sarebbe interessante raccogliere piccole storie delle conseguenze dell'instabilità dei vari orticelli: cosa succede in un ospedale quando cade un governo? cosa in un'aula giudiziaria? cosa nel commercio al dettaglio? cosa in una famiglia? Quante piccole ma fondamentali attese, appese a iter legislativi che d'improvviso si bloccano, si infrangono nel mastellismo?
Non può meravigliarci più di tanto il senso di disaffezione a una politica che tanto somiglia al Risiko: una dimensione parallela e irreale dove i giocatori invadono e si ritirano, lanciano dadi e pescano carte, come se quello che fanno avesse conseguenze solo sul tabellone e non, invece, sul mondo che comincia fuori dal tavolo.

4 commenti:

Jobove - Reus ha detto...

very good blog, congratulations
regard from Catalonia Spain
thank you

Marco Pedroni ha detto...

Thanks! If you want to send contributions about society and sociology, we're opened to new authors. (Also in English, Castellano or Catalan).

Michele Marzulli ha detto...

Una delle cose che più sconcerta è la mancanza di conseguenze per i diretti interessati. E' facile far cadere un governo sapendo che sono già pronti posti di potere nel futuro governo, qualsiasi esso sia. Mentre noi soffriamo o gioiamo della caduta del governo, chi l'ha causata sa di vincere comunque. E' una partita truccata, con un giocatore che vince sempre, comunque.
E' possibile passare da uno schieramento all'altro senza mai perdere il sorriso bonaccione?
La morale pubblica è in difficoltà non per colpa della "crisi dei valori" (concetto un po' vago), ma per la totale mancanza di senso del pudore dei governanti.
Come quelli che per quarant'anni hanno militato di qua e ora, con la stessa sicumera, militano di là. Sempre pretendendo si stare "dalla parte della ragione". Un po' di calvinista sofferenza, un po' di autocritica, non guasterebbero.

Marco Pedroni ha detto...

A proposito di pudore: http://www.newsitaliapress.it/articolo.asp?id=4401.