martedì 26 giugno 2007

Cittadinanza e immigrazione

Vivace ed interessante dibattito all'Università Cattolica di Milano, giovedì 14 giugno 2007, in occasione dell’uscita di Cittadinanze. Appartenenza e diritti nella società dell’immigrazione, di Laura Zanfrini (Laterza).
L’immigrazione provoca una rivisitazione del concetto di cittadinanza. Vincenzo Cesareo (Segretario Generale Fondazione Ismu) ha ricordato come oggi venga enfatizzato il discorso sui diritti, ma meno quello sui doveri, col conseguente rischio di svuotare l’idea di cittadinanza, che implica gli uni e gli altri.
L'immigrazione rappresenta, ci ricorda Bruno Montanari (ordinario di Filosofia del diritto, Univ. di Catania), un fenomeno di forte transnazionalità, come lo fu nell'800 la classe operaia.
Spesso sul tema dell’immigrazione si finisce per sentire solo le campane più estreme, quelle che nascono dalle polemiche; il libro di Zanfrini, secondo Andrea Bixio (ordinario di Sociologia, La Sapienza) è invece equilibrato. La cittadinanza pone diversi ordini di problemi:
1. ambivalenza: è nello stesso tempo un processo di inclusione ed esclusione;
2. rapporto tra cittadinanza e straniero
3. rapporto tra cittadinanza e persona: la cittadinanza fondamentale non è più quella politica, ma quella che si fonda sulla persona
4. dialettica tra diritti politici e diritti sociali
5. rapporto tra cittadinanza politica e cittadinanza religiosa: è questo ciò che oggi crea problemi (le pratiche connesse alla religione); i musulmani non chiedono la laicità settecentesca, ma il riconoscimento positivo dell’esercizio del loro culto
6. rapporto tra cittadinanza e sudditanza: oggi è diventata centrale la cittadinanza economica globale, di cui la cittadinanza politica è un sottoprodotto

Marco Demarie (direttore della Fondazione Giovanni Agnelli, Torino) vede nel lavoro di Zanfrini un testo utile per chi studia l’immigrazione dal punto di vista empirico. L'empiricità è tratto fondamentale degli studi su questo tema, purché il caso locale non venga elevato a paradigma generale. In Zanfrini manca però la riflessione sulla domanda di cittadinanza: l’autrice si concentra solo sul lato dell'offerta, secondo Demarie. Inoltre, il colpevole di tutto pare essere lo Stato-nazione: serve invece una visione meno identitaria e più funzionale della cittadinanza. Per gli immigrati, infatti, la cittadinanza non è un valore, ma uno strumento per fruire di diritti, utile a fini pratici.